In Italia la chimica impiega circa 112 mila addetti, pari al 9% dell’occupazione settoriale europea; includendo la farmaceutica, gli addetti sono oltre 179 mila. Attraverso i propri acquisti (diretti e indiretti) e investimenti, l’industria chimica genera un indotto significativo in termini di occupazione attivata in altri settori: ogni posto di lavoro nella chimica “attiva” circa 1,5 posti di lavoro in altri settori, per un totale di circa 277 mila occupati.
Nell'industria chimica e farmaceutica il 95% dei dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato e la quota di assunzioni stabili o stabilizzate è pari al 63%. In particolare il 47% delle assunzioni avviene direttamente con contratto a tempo indeterminato e un ulteriore 16%, inizialmente con contratto a termine, viene poi trasformato in contratto a tempo indeterminato.
La chimica punta su Risorse Umane altamente qualificate: la presenza di laureati – pari al 19% degli addetti – è doppia rispetto alla media industriale (9%) e l’incidenza sulle nuove assunzioni risulta anche superiore (28%). Oltre la metà dei laureati occupati nella chimica possiede una laurea in materie scientifiche.
Qualificazione e produttività elevate delle Risorse Umane comportano retribuzioni che, nell'industria chimica, risultano superiori del 42% alla media nazionale. Anche per questa ragione, per l’Italia è strategico puntare su attività complesse e ad elevato contenuto tecnologico come quelle chimiche.
Si tratta quindi di strumenti che:
Qui di seguito vengono presentate le tipologie contrattuali di rapporti di lavoro, diverse dal contratto a tempo indeterminato, più rilevanti per giovani laureati che si apprestano a fare una prima esperienza nel mondo del lavoro.
E’ opportuno sottolineare che tali strumenti vengono delineati solo nei loro tratti essenziali e che comunque la trattazione, relativa alle norme applicabili al settore chimico, non vuole e non può essere considerata esaustiva.