Una delle prime domande che ci si deve porre è se puntare a una laurea triennale o magistrale.
In un
mondo sempre più competitivo e sempre più basato sulla conoscenza la
scelta della laurea magistrale è certamente valida. Ma, senza voler assolutamente scoraggiare quanti decidono per una laurea di cinque anni, è opportuno sottolineare che
- le
imprese indicano che c’è spazio per i laureati triennali, anche se
continueranno a prevalere le assunzioni di laureati magistrali (si può
pensare a un laureato triennale ogni tre magistrali);
- l’interesse
per le lauree brevi è maggiore per alcuni settori chimici, e riguarda
soprattutto le imprese più piccole che intendono elevare il loro
patrimonio di conoscenze e tecnologico;
- c’è una crescente
domanda di chimica per funzioni non tecniche (marketing, vendite) e, in
questi casi, una formazione chimica triennale può essere ampiamente
sufficiente;
- è vero che in alcuni casi il laureato triennale
andrà a sostituire i vecchi periti, ma ciò avviene perché si tratta di
figure che hanno acquisito importanza nelle realtà aziendali e che si
sono arricchite di contenuti;
- è possibile che la domanda di
laureati triennali da parte delle imprese superi l’offerta, il che
significa che ci saranno maggiori opportunità di trovare lavoro;
- i laureati triennali, anticipando l’ingresso nel mondo del lavoro, hanno due anni in più di stipendio e di contributi;
- dopo
due anni di esperienza in azienda, il laureato triennale può godere di
uno stipendio uguale o superiore a quello del laureato magistrale neo-assunto;
- è possibile e anche auspicabile rafforzare le
proprie conoscenze con un master che segua la laurea triennale e che
fornisca quel patrimonio conoscitivo utile all'inserimento in azienda.
Insomma,
il consiglio è di non escludere a priori l’ipotesi di una laurea
triennale, ma valutare i pro e i contro e ragionare su quale è
l’investimento migliore del proprio tempo, anche in base alle proprie
aspirazioni.