Come costruire il proprio curriculum universitario?

In media, le imprese valutano come ampiamente soddisfacente la formazione di base dei laureati in discipline chimiche.
D’altro canto, le imprese esprimono due richieste aggiuntive:

  • una mentalità aperta a trattare anche questioni che non sono strettamente o esclusivamente chimiche;
  • una certa specializzazione con riferimento alle mansioni che il laureato dovrà svolgere all’atto dell’inserimento in una determinata funzione aziendale.

E’ verosimile che proprio questi aspetti vadano a costituire l’elemento distintivo che le imprese valutano al momento di assumere.
Questo deve portare a integrare le proprie competenze chimiche con conoscenze di altra natura (ad esempio, economiche e giuridiche) e specializzarsi in aree tematiche chimiche rilevanti per l’industria chimica.

Occorre quindi utilizzare al meglio tutti gli strumenti formativi a disposizione e darsi da fare:

  • per scegliere, tra i corsi opzionali, quelli più funzionali agli sbocchi lavorativi;
  • per valutare la frequenza a corsi di altre facoltà, nel rispetto delle regole previste dalle diverse facoltà;
  • per individuare un argomento della tesi che possa trovare assonanza con aree tematiche di interesse per l’industria;
  • per cercare di svolgere uno stage in un’impresa e in un’area funzionale di proprio interesse;
  • eventualmente, per prevedere un master o corsi di perfezionamento di primo o secondo livello oppure moduli estratti da questi.

Ci rendiamo conto che non è facile costruirsi un percorso formativo e che le rigidità sono forti. Ma chiarirsi le idee sugli sbocchi lavorativi vuol dire saper cogliere le opportunità in anticipo e meglio di chi comincia a pensare al lavoro solo dopo la laurea.