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STORIE DI SUCCESSO - Premio “Chimica la scienza che salva il mondo”

28 gennaio 2022
Premio Nazionale Federchimica Giovani 2021-2022
Con questo articolo diamo il via ad una piccola rubrica dal titolo: STORIE DI SUCCESSO. In particolare racconteremo le esperienze di chi ha partecipato con successo al Premio “Chimica la scienza che salva il mondo” per stimolare altri docenti e studenti a fare altrettanto.

In occasione dell’edizione 2021/2022 del Premio Nazionale Federchimica Giovani, che ha l'obiettivo di favorire il dialogo tra scuola, territorio e imprese chimiche e orientare i ragazzi verso percorsi di studio STEM alle superiori, abbiamo pensato di dare voce ai protagonisti del Premio, a chi con entusiasmo e grande motivazione ha partecipato anche in questi anni complessi e impegnativi.

Infatti, nonostante l’emergenza Covid-19 prolungata e la chiusura delle scuole, l’ampia partecipazione al Premio Nazionale Federchimica Giovani non è mancata e tutti i partecipanti hanno saputo raccontare, in modo originale e creativo, come la chimica sia tutta intorno a noi e come sia parte integrante del nostro quotidiano e fondamentale nelle grandi sfide sociali e ambientali, ma anche sanitarie, che ci troviamo ad affrontare.

Questo appuntamento è diventato ormai occasione di confronto e di crescita per quegli alunni e per quelle classi che decidono di parteciparvi.

Con questa rubrica vogliamo iniziare a raccontarvi le ‘storie di successo’ intervistando alcuni degli insegnanti che in questi anni hanno accompagnato i loro studenti sul podio del concorso.

Il nostro primo ospite è il professor Vittorio Caratozzolo dell’Istituto Comprensivo Trento 5 - Scuola secondaria di 1° grado «Giacomo Bresadola» di Trento, che partecipa con i suoi studenti sin dal 2015 e che nell’edizione 2019/2020 del Premio ha concorso con un Cortometraggio intitolato “Intervista al COVID-19” vincendo nella sezione CHIMICA GENERALE e ottenendo poi innumerevoli riconoscimenti. Un’esperienza unica nel suo genere a cui speriamo se ne possano aggiungere altre da parte di scuole di tutta Italia.

1) “Intervista al COVID-19” sta ricevendo, ancora oggi, riconoscimenti internazionali, ve lo aspettavate? Come hanno reagito i suoi alunni di fronte a questo eccezionale risultato?

Assolutamente no. Ogni volta che ci arriva un riconoscimento si rinnova una sensazione di stupore: "Possibile? Proprio noi?" Finché ho potuto constatarne di persona le reazioni, studenti e studentesse hanno reagito secondo le proprie differenze caratteriali, chi con entusiasmo, chi più discretamente. La valanga dei premi però è proseguita anche dopo gli esami di licenza media, per cui non mi è stato più possibile raccogliere le reazioni di volta in volta, se non tramite le risposte dei loro genitori.

2) Che tipo di approccio adotta con i suoi studenti per motivarli a partecipare al Concorso? Quali sono gli strumenti didattici che negli anni ha constatato essere utili e interessanti?

A essere sincero, non ho ricette particolari: mi vien da dire che cerco di motivarli con la mia motivazione e che lo strumento didattico più utilizzato da me è l'esempio: se c'è da scrivere, mi cimento anch'io con la scrittura; se c'è da sceneggiare, recitare, filmare, montare video, lo faccio io per primo, da ignorante, per mostrar loro che se ci riesco io possono ben farlo anche loro, con interesse, motivazione, volontà e impegno. E divertimento: perché la creatività diverte, aiuta ad apprendere e può dare soddisfazioni in ambito extra-personale, extra-famigliare ed extra-scolastico.

Le difficoltà legate alla pandemia? In qualche modo le abbiamo accettate e talora sfruttate per farci venire delle nuove idee creative.

3) Qual è l'aspetto che motiva lei a partecipare, anno dopo anno, al Premio?

Gli ideatori del Premio Federchimica, nella loro folle audacia, propongono temi legati alla chimica alle scuole secondarie di 1° grado (e alle primarie!) - dove la chimica in sé certo NON si studia, però si utilizza: da quest'ultimo punto di vista il mondo della chimica si rivela infinitamente stimolante, interdisciplinare, al punto da fare perfettamente da sfondo ai racconti, talora ingenui, talaltra geniali - dei nostri studenti. Personalmente non vedo l'ora, ogni anno, di leggere le loro invenzioni, ed è questa aspettativa che mi stimola a invogliarli a partecipare.

4) Ritiene che la partecipazione a questa esperienza sia efficace nell’orientamento e nell’avvicinamento a materie tecnico scientifiche? Ha riscontrato che i suoi alunni abbiano poi voluto proseguire in questo ambito?

Per le ragioni or ora esposte, direi che l'esperienza di scrittura unisce - nella migliore delle tradizioni  - letteratura e scienza. Quanto al secondo quesito, è difficile valutare; tuttavia nelle "mie" classi c'è sempre stata una prevalente tendenza all'iscrizione presso licei scientifici (N.B.: io ho frequentato il liceo classico). D'altronde, ho partecipato per 5 anni consecutivi al Premio e dunque solo l'anno prossimo si potrà eventualmente provare a capire quanto l'approccio letterario a temi chimici possa aver influito sulle scelte universitarie dei miei ormai "anziani" ex-studenti.


Scopri tutti i progetti vincitori della scuola secondaria di 1° grado “Giacomo Bresadola”.

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