L'11 febbraio è la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza promossa dall'ONU, perchè è così importante superare gli stereotipi di genere tra le ragazze e i lavori del futuro? Quante sono le protagoniste, note e meno note, della storia della chimica?
Sono ancora troppo poche le donne e le ragazze attive nel campo della scienza e della tecnologia. Per questo motivo
nel 2015 è stata istituita, dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la
Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza.
L'obiettivo è quello di riconoscere il ruolo determinante che hanno ogni giorno donne e ragazze nel campo della scienza e della tecnologia, infatti secondo i dati Eurostat 2020, nella popolazione tra i 25 e i 34 anni, le donne laureate in Italia sono il 35% contro il 22,9% degli uomini, ma se andiamo a considerare le discipline STEM le donne laureate sono solo il 16,5%, contro il 37% degli uomini. Questa giornata può essere, quindi, l'occasione per continuare a promuovere la necessità di una partecipazione e di un accesso equo agli ambiti scientifici da parte di donne e ragazze.
Chimica: scienziate che hanno lasciato il segno
Se pensiamo alla chimica, numerose sono state le scienziate fondamentali nella ricerca. I nomi più famosi e ricorrenti sono quelli di
Marie Curie e
Rosalind Franklin. Mentre la prima ottenne come riconoscimenti per le proprie scoperte (dalle radiazioni ai due elementi
Radio e
Polonio),
due premi Nobel in aree distinte, nel 1903 per la fisica e nel 1911 per la chimica; la seconda, cristallografa e chimica britannica, non li ottenne mai. Le sue immagini a raggi x della doppia elica del DNA valsero invece nel 1953 il Nobel ai suoi colleghi: Crick, Watson e Wilkins.
E poi ci sono nomi meno noti come quello di
Dorothy Crowfoot Hodgkin, cristallografa e biochimica, che nel 1964 ricevette il Nobel per la chimica per i progressi che apportò nella tecnica di diffrazione dei raggi X.
Ada E. Yonath, chimica e cristallografa israeliana, vincitrice del premio Nobel per la chimica nel 2009 per i suoi studi sulla struttura e sulla funzione dei ribosomi. che divenne sia la prima donna israeliana, sia la prima donna del Medio Oriente a vincere un premio Nobel, nonché la prima donna a vincere un premio Nobel per la chimica dopo 45 anni.
Ruth Benerito, detentrice di 55 brevetti, trovò un modo per trattare chimicamente la superficie del cotone portando alla scoperta non solo di tessuti resistenti alle pieghe, ma anche alle macchie e alle fiamme.
Tante altre sarebbero le scienziate da ricordare, tra cui
Ida Noddack, Marguerite Perey e Lise Meitner, tutte accomunate dalla passione per la ricerca e lo studio, esempi a cui guardare, giorno dopo giorno, per ispirare le nuove generazioni e per continuare ad apportare il proprio contributo al mondo della Scienza.
Articoli utili:
Profeta P., 11 febbraio 2022, Gli stereotipi di genere tra le ragazze e i lavori del futuro, Il sole 24 ore.
Il Manifesto "Mind the STEM Gap" per superare il gender gap nella scienza, Fondazione Bracco.
Il genio nascosto di Lise Meitner, Fatti, non fake!