L’elemento delle controversie geopolitiche

84-POLONIO bis


Marie Curie, la scienziata due volte Premio Nobel (1903 per la fisica, 1911 per la chimica), battezzò il numero 84 della tavola periodica con il nominativo “polonio”, in onore della sua terra natale, con l’obiettivo di portare l’attenzione pubblica sulle questioni riguardanti l’indipendenza della Polonia, al tempo una provincia dell’Impero russo.

Il polonio è stato quindi il primo elemento chimico a legarsi esplicitamente a una controversia geopolitica, ruolo da cui non si è ancora affrancato, diventando protagonista di una serie di assassinii e morti illustri.

Il leader palestinese Yasser Arafat è morto in Francia nel 2004 per avvelenamento da polonio, veleno utilizzato anche nel 2006 in Inghilterra per l’uccisione di Aleksandr Litvinenko, ex ufficiale del Kgb al tempo dissidente con asilo politico a Londra.

L’incriminato è, in tutti questi casi, il polonio-2010, un isotopo del polonio che si trova nei minerali di uranio e che è responsabile dell’emissione di particelle alfa particolarmente radioattive. Non rappresenta un rischio per la salute umana finché non entra a contatto con il corpo umano: una dose equivalente ad un grano di sale, pesante meno di un milionesimo di un fiocco di neve, è fatale se ingerita con alimenti (come nel famoso thè al polonio responsabile della morte di Litvinenko).

L’elemento incriminato non è stato però utilizzato solo per scopi malvagi, anzi. La prima navicella sovietica Luna E-1 (diretta al satellite del nostro pianeta) trasportava i rover lunari Lunakhod che furono i primi ad esplorare la superficie lunare ed erano alimentati a polonio. Ancora oggi l’utilizzo del polonio è rimasto nello spazio fornendo una fonte di calore per l’attrezzatura spaziale.