“L’unione fa la forza”, quante volte ce lo siamo sentiti ripetere e quante volte abbiamo sperimentato che in effetti è proprio così.
Siamo intorno al 1850, quando a Breslavia, in Polonia, si incontrarono per la prima volta Gustav Robert Georg Kirchhoff (matematico e fisico tedesco) e Robert Wilhelm von Bunsen (chimico e fisico tedesco) destinati a diventare amici e colleghi di importanti e fondamentali scoperte. Trasferitisi insieme a Heidelberg nel 1854, grazie a un’idea di Kirchhoff riuscirono a brevettare lo spettroscopio, un nuovo oggetto che gli permise di stabilire la chimica dell’atmosfera, delle stelle e del Sole, comprendendo così come ogni elemento, avendo caratteristiche chimiche diverse, avesse uno spettro unico e caratteristico.
Fu proprio il Cesio, dal latino caesius “blu cielo”, uno dei primi elementi scoperti grazie all’analisi spettrofotometrica e alle caratteristiche linee blu brillanti del suo spettro.
A tavola il cesio lo si trova sempre nel mezzo tra rubidio e francio al posto 55, e insieme al litio, al sodio e al potassio fa parte del gruppo dei metalli alcalini. Da sempre è considerato un tipo molto reattivo, memorabile il suo incontro scontro con l’acqua: reagì così violentemente da originare idrogeno. Non solo con l’acqua ha problemi irrisolti, ma con innumerevoli altre sostanze, tra le quali l’ossigeno, e reagisce infiammandosi di rosso-violetto.
Ha una grande passione per gli orologi, in particolare quelli atomici che misurano il tempo grazie alla frequenza di risonanza di un atomo, ma gli ambiti nei quali presta servizio sono numerosi: nell’industria come catalizzatore promotore, aumentando le prestazioni di altri ossidi metallici, in medicina come isotopo radioattivo per trattare alcuni tipi di cancro, nell’aeronautica per i sistemi di propulsione a ioni per le sonde spaziali.