Cinquant’anni dopo, in una lezione alla Cambridge University del 1923, lo scienziato John Burden Sanderson Haldane predisse che l’idrogeno sarebbe stato il combustibile del futuro. L’intuizione era così rivoluzionaria da sollevare incredulità e diffidenza: prevedeva stormi di mulini a vento metallici che ruotando avrebbero fornito corrente ad alta tensione a giganteschi elettrodotti. Nelle giornate ventose la potenza in eccesso sarebbe stata accumulata nella scomposizione elettrolitica dell’acqua in ossigeno e idrogeno, da utilizzare nei periodi di calma di vento in motori a scoppio collegati a dinamo o più probabilmente a celle di ossidazione.
Verne e Haldane presero un abbaglio o predissero il futuro? Oggi potremmo definirli dei veri e propri visionari!
L'idrogeno, primo elemento della Tavola Periodica, viene spesso indicato come una soluzione possibile del problema energetico e dell'inquinamento ambientale, perché rappresenta una forma di energia “pulita”. L’unione dell’idrogeno con l’ossigeno dà vita ad una reazione chimica il cui prodotto finale è acqua, ed è proprio vapore acqueo quello che viene immesso nell’atmosfera dalle auto a idrogeno, per nulla inquinante! Di idrogeno come combustibile per auto si parla da molto tempo, ma è negli ultimi anni che le applicazioni hanno fatto passi da gigante, portando il mondo dell'automobile a considerare l'idrogeno come una possibile soluzione verso un futuro a emissioni zero.
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