Nel giugno
1812, nel pieno della Campagna di Russia, l’esercito di
Napoleone era composto da 600.000 uomini; soltanto sei mesi dopo però, all'inizio di dicembre, quella stessa Grande Armata che era stata l’orgoglio della Francia, si era ridotta a meno di 100.000 uomini.
I pochi soldati che ancora restavano agli ordini dell’imperatore stavano lottando contro la fame, le malattie e il gelo paralizzante. Gran parte di loro era destinato a perire, non essendo sufficientemente equipaggiato per sopravvivere ai rigori del
gelido inverno russo. Così Napoleone fu costretto a ordinare la ritirata.
Ma che cosa causò lo sfacelo di un’armata tanto potente? Può sembrare sorprendente, ma tra i responsabili della distruzione dell’esercito di Napoleone potrebbe esserci
un bottone, di stagno per la precisione! Al calare della temperatura, i bottoni delle uniformi dei soldati iniziarono a sbriciolarsi, uno ad uno, lasciandoli al freddo.
Come si spiega questo fenomeno? Lo
stagno,
cinquantesimo elemento della Tavola Periodica, quando si trova
allo stato solido, ha
due forme allotropiche, chiamate rispettivamente
“stagno bianco” e “stagno grigio”. Lo stagno bianco è più stabile a temperature superiori ai 13 °C, mentre lo stagno grigio è più stabile a temperature inferiori ai 13 °C. Quando un campione di
stagno bianco viene posto a
bassa temperatura, inizia un lento processo di
conversione dello stagno bianco in stagno grigio, che si traduce nella
frammentazione della struttura dello stagno bianco. Si tratta di una proprietà chiamata "
peste dello stagno": se tenuto a temperature molto basse per lungo tempo, la struttura cristallina dello stagno cambia e il metallo si sbriciola.
Chi avrebbe mai detto che la disfatta napoleonica potesse essere ricondotta (anche!) a un minuscolo bottone…di stagno?